Milano, 30 aprile 2016

Ci saremo anche noi, oggi in piazza con le famiglie arcobaleno. E’ scontato, certo, vista la nostra storia. Ma non può essere questa una buona ragione per censurare sia la nostra storia che la nostra candidatura, come invece si ostinano a fare le trasmissioni nazionali di RAI e Mediaeset (ancora nemmeno un secondo dedicato a informare i telespettatori della mia candidatura) e le pagine milanesi di Repubblica e Corriere della Sera, in particolare.

Saremo in piazza dunque oggi a manifestare anche in difesa del diritto alla conoscenza, senza il quale non si ottiene alcuna libertà, né sessuale né di altro tipo. Gli elettori milanesi hanno diritto di sapere che c’è un candidato sindaco che è stato arrestato a Mosca perché manifestava al gay pride, che nella lista radicale c’è il primo candidato con tratti intersessuali della storia della politica, insieme a una candidata transessuale, ai promotori dei ricorsi europei sulle discriminazioni contro le coppie gay  e ai leader dell’associazione radicale Certi diritti.

La nostra storia è quella del partito che negli anni 70 aprì le sedi al “Fuori!”. A Milano, è la storia di chi ha raccolto le firme per le delibere di iniziativa popolare sulle unioni civili e sul testamento biologico, oltre che per il piano antidiscriminazioni che la Giunta Pisapia non ha però mai realizzato. La nostra storia è tutta un’altra storia, e per questo merita di essere conosciuta.

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